ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


LA TOMBA DI GIULIO II

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  • Michelangelo, ormai prossimo alla settantina, volgendosi con la mente all’ambizioso progetto che aveva discusso con papa Giulio, così risolto a voler la propria tomba grandiosa come nessun’altra, e ripensando a tutti i ritardi patiti in quasi quarant’anni, scrisse: "Meglio m’era nei primi anni che io mi fussi messo a fare zolfanelli ch’i’ non starei in tanta passione... io mi truovo aver perduto tutta la mia giovinezza, legato a questa sepoltura...".
  • Quella tomba, nata come monumento centrale con oltre quaranta statue, per anni non restò che allo stato di progetto e alla fine venne ridotta a un monumento murale il cui corredo scultoreo è assai più modesto dell’originario. Fu per il progetto di questa tomba che Michelangelo iniziò la lavorazione di tante sculture, alcune delle quali ora hanno un ruolo artistico individuale e a se stante; un esempio sono i cosiddetti Prigioni o schiavi, alcuni dei quali situati presso il museo del Louvre, altri all’interno dell’Accademia di Firenze.
  • Sebbene i piani di Michelangelo fossero in costante mutamento, le sue intenzioni erano così grandiose che avrebbero richiesto poteri sovraumani per essere realizzate. Per un decennio, dopo il 1505, visitò Firenze solo occasionalmente e brevemente, ma nel 1516 ritornò per eseguire un grande progetto per i Medici: la facciata di San Lorenzo.

Tomba di Giulio II (S. Pietro in Vincoli, Roma)

  • Papa Leone X era personalmente responsabile della commissione, volendo fornire alla chiesa fiorentina una facciata degna della sua famiglia. Michelangelo non aveva alcuna intenzione di dividere con altri questa grande commissione e rifiutò l’idea che altri artisti, ansiosi di parteciparvi, potessero ugualmente eseguire sculture per l’abbellimento della facciata. Ne derivò tra gli scultori di Firenze una notevole amarezza causata dalle intenzioni di Michelangelo di appropriarsi dell’impresa.

Il Mosè scolpito nel mausoleo del papa

  • Contemporaneamente a questo progetto della facciata, Michelangelo continuò a scolpire statue per la tomba di Giulio II: un impegno che lo tenne occupato sporadicamente, forse fino alla partenza definitiva da Firenze nel settembre 1534.
  • Il contratto stipulato con gli eredi di Giulio II, firmato da Michelangelo nel 1516 prima della sua partenza da Roma, stabiliva ch'egli potesse eseguire le statue per la tomba nel luogo dove avesse voluto. E' questa la ragione per cui cinque di esse furono scolpite a Firenze, da dove mai uscirono. Quando Michelangelo morì a Roma nel 1564, la casa di Firenze in via Mazza conteneva ancora le statue che egli aveva lasciato trent’anni prima, inclusi quattro Schiavi, ora all’Accademia, e la Vittoria, alloggiata a Palazzo Vecchio.

Mauro Scozzi


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019