LA SVOLTA DI GIOTTO
LA NASCITA BORGHESE DELL'ARTE MODERNA

S. FRANCESCO DONA IL MANTELLO AL POVERO CAVALIERE

(1290-95, Assisi, Basilica superiore di S. Francesco)

  1. Il cavaliere non sembra povero (infatti nei Fioretti si parla di un "ricco cavaliere", "d'un grande gentile uomo e potente").
  2. Il mantello non viene donato a un "povero" ma a un "povero cavaliere" e, per come la scena è impostata, pare, più che una donazione, una compravendita: è Francesco che porge il mantello al cavaliere o il contrario?
  3. Francesco sta nel mezzo ma risulta meno importante, perché posto dietro, sia rispetto al cavaliere, sia - e questo è curioso - rispetto allo stesso cavallo.
  4. Lo sfondo è esageratamente grande rispetto ai personaggi, come se l'autore volesse farlo apparire più importante dell'azione caritatevole del dono.
  5. Il costone raffigurante la città è molto più elaborato di quello raffigurante la chiesa, che appare statica.
  6. Francesco sembra rappresentare il punto di convergenza di una città borghese, attiva, e di una chiesa sostanzialmente passiva.
  7. Il gesto di Francesco esula completamente dalla religiosità e quindi contraddice il personaggio reale e si pone in una dimensione semplicemente umana, ma riducendo l'umano a un'azione banale (quella appunto del gesto caritatevole). L'unico elemento religioso è l'aureola, che è convenzionale.
  8. Non c'è pathos. Le figure sono schiacciate da una concezione cristiano-borghese dell'evoluzione storica: i poteri istituzionali devono trovare un punto di sintesi o di compromesso nella figura di Francesco che con un gesto caritatevole, umano, esprime il massimo ideale possibile di religiosità borghese.
  9. L'ideale (religioso) francescano non è rivoluzionario e quello umano è borghese. I poteri costituiti possono tranquillamente accettarlo.
  10. Questo affresco è intellettualistico, razionale, privo di sentimenti. Le figure sono semplicemente funzionali a una rappresentazione ideologica della realtà, bene espressa dallo sfondo prospettico, in cui il sacro e il profano sono spazialmente divisi e simbolicamente riuniti nella figura di un santo che vuole conciliare gli opposti, accettando la propria strumentalizzazione.
  11. L'eroe di cartapesta chiamato Francesco viene usato da Giotto per affermare un senso borghese della storia: ciò è paradossale, in quanto nella realtà Francesco avrebbe voluto realizzare un ideale anti-borghese.

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 11/09/2014