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Le mura sul lato di viale Carducci. Particolare di un torricino (viale Carducci). Torricino e mura sul lato dei giardini di Serrvalle. Arco di uscita del torrente Cesuola. Torricino ristrutturato (via Mura Comandini). Torricino ristrutturato (via G. Finali).
Porta Fiume dal ponte di S. Martino.
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La cinta muraria ha sempre
seguito lo sviluppo civile, economico e demografico della città, segnato
dalle aggiunzioni progressive e dagli adeguamenti del suo circuito
difensivo, per secoli costante motivo di preoccupazione (data la sua
fondamentale funzione) e nello stesso tempo limite fisico che distingueva
"la città". Della più antica
"Murata" (cioè la cinta muraria medioevale) citata dalle fonti,
abbiamo solo una descrizione molto tarda del Cardinal Anglico (1371):
"Ancora nella detta città di
Cesena vi è una parte chiamata Murata posta sulla parte alta del Monte,
circondata da un alto muro, nella quale si trovano due grandi palazzi uno
vecchio e l'altro nuovo che fece costruire il signore di Santa Sabina (cioè
il cardinal Albornoz). Inoltre nella
Murata vi sono tre porte con sentinella a difesa: la porta Montanara, per
il tramite della quale si va verso la montagna, è posta vicino alla rocca
(l'attuale Porta Montanara è più a monte rispetto all'ubicazione
antica); la seconda porta si trova
in mezzo ai sopraddetti palazzi sopra la piazza di Cesena (all'inizio
di via Malatesta Novello, fu detta Del Leone) e
per il tramite di essa si entra nella Murata venendo dalla piazza (….);
la terza porta si trova vicino al
luogo degli Eremitani di S.Agostino (…)"; quest'ultima, detta
Del Soccorso, ubicata all'inizio di via Fattiboni, sarà abbattuta nel
sec. XVIII. Tuttavia
complessivamente si ricava che le mura urbiche nel corso dei secoli
XIII-XIV subirono aggiunzioni e ampliamenti (data la scarsità della
documentazione in nostro possesso, non riusciamo però bene a seguire),
prima della sistemazione definitiva malatestiana e rinascimentale. Il breve tentativo
politico di Cesare Borgia richiamò però a Cesena Leonardo da Vinci
che, nel corso del 1502, studiò migliorie nel sistema murario
difensivo della città e progettò quel famoso canale navigabile che
avrebbe dovuto collegare Cesena al porto di Cesenatico. La successiva
dominazione papale, privando completamente la città di una sua autonomia,
lasciò fino all'Ottocento inalterate le sue dimensioni (fino a tutto il
XVIII secolo le piante topografiche di Cesena ci restituiscono l'immagine
di una città che vive ancora dentro le mura), conseguenza anche di una
crisi economica e demografica che si andò accentuando nel corso del sec.
XVII.
La cinta muraria già
alla fine del sec. XIV presentava cinque porte d'accesso, oltre alle due
cosiddette Portazze in
corrispondenza dell'entrata e dell'uscita del torrente Cesuola dalla città:
porta
Figarola fu denominata dal 1684 S. Maria e poi
demolita nel 1867;
porta
Santi o Romana, tuttora esistente, fu monumentalizzata nel 1819
dall'architetto Curzio Brunelli;
porta
Cervese fu ricostruita nel 1864 in posizione un poco più avanzata
rispetto all'antica porta e, ridotta nella forma attuale, mutò la
denominazione in Barriera Cavour;
porta
Trova venne atterrata nel 1867;
porta
del Ponte, oggi porta Fiume, si conserva ancora nell'antica veste, a
guardia del ponte di S. Martino.
Fu nel corso della
seconda metà del sec. XIX che si aprirono contemporaneamente ampi varchi
nella cinta, in corrispondenza di c.so U.Comandini e delle vie Mazzoni,
Carbonari, Braschi e Quattordici; altri tratti furono inglobati da nuove
costruzioni, mentre i fossati vennero colmati alla fine dell'Ottocento, in
concomitanza con l'escavazione del Tunnel nella via omonima.
Purtroppo col pretesto
di sanare una realtà urbana degradata, s'iniziava tra il XIX e il XX
secolo la fase degli sventramenti nel centro urbano che coinvolgono
indirettamente anche le antiche strutture difensive, benché
fortunatamente non si giungerà mai all'abbattimento indiscriminato del
recinto murario.
Numerosi sono stati
nel corso del tempo gli interventi meno traumatici, ma che tuttavia hanno
interessato la cinta muraria: l'abbassamento della cortina mediamente per
un'altezza di ca. m 4; alcuni torricini viceversa sono stati alzati
rispetto alla quota originale; qualche tratto di mura è stato
progressivamente assorbito dal tessuto edilizio. Complessivamente
l'immagine della cortina muraria attuale è diversa da quella che si
poteva ancora osservare agli inizi del sec. XIX, benchè sia tuttora in
grado di restituirci efficacemente un esempio ben conservato di
fortificazione tardo-medioevale: le mura hanno fondazioni "a
scarpa" (ad eccezione di pochi tratti verso porta Fiume, più
antichi, in cui il paramento murario presenta una quasi totale
perpendicolarità); la parte inferiore del muro ha una fodera esterna di
mattoni di spessore variante, mentre il nucleo interno è costituito da
sassi e materiali vari legati da malta pozzolana.
Scorci a tutt'oggi
suggestivi, che restituiscono un'immagine ancora viva di quello che fu il
formidabile sistema difensivo urbano, si possono cogliere dai Giardini di
Serravalle fino a porta Santi, dal Ponte di S. Martino presso la porta
Fiume e anche dall'alto del colle Garampo, presso la porta Montanara. Porta Santi ripresa dal Corso U. Comandini.
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