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Piazza del Popolo
Torrione Poligonale
Palazzo Comunale
ultimo piano,
Salone Sala degli Specchi Sala degli Specchi
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Sul finire del XIX
secolo la piazza perse il suo quarto lato, in seguito all'abbattimento
dell’antico borgo Chiesa Nuova, dal cui sventramento fu ricavato
l'amplissimo Viale Mazzoni il quale ora sfocia direttamente nell'attuale
Piazza del Popolo. Particolare non
secondario è la pavimentazione in ciottoli fluviali che ha
caratterizzato, fino agli inizi del Novecento la pavimentazione cittadina.
LA FONTANA E' il monumento più
popolare fra i cesenati. Ne è attribuito il progetto a Francesco Masini
(1530-1603), singolare personaggio appartenente ad una delle più illustri
famiglie patrizie della città, apprezzato dai contemporanei come uomo di
cultura e artista (autore tra l'altro dei perduti affreschi della cupola
nella Basilica del Monte, a lui commissionati nel 1568). Ma non si deve a
lui solo la realizzazione di quest'opera: svolse infatti un'attività di
soprastante ai lavori di costruzione di tutto l’acquedotto. La realizzazione della
fontana monumentale (detta poi "Maggiore"), eseguita dallo
scalpellino Domenico da Monte Vecchio, rientrava nel complesso progetto
(su disegno dell'architetto Tomaso Laureti del 1581) che doveva attuare e
poi ampliare l'acquedotto cittadino, per alimentare altre fontane
pubbliche: attraverso diramazioni
porterà acqua anche nella Pescheria, alla fontana detta "Dei Tre
Monti" e a quella in piazza S. Agostino, quest'ultima purtroppo
demolita in tempi recenti. La rete idrica
cittadina conoscerà poi ulteriori sviluppi alla fine del sec. XVII, ma
soprattutto nel corso del XVIII secolo.
IL TORRIONE POLIGONALE E LA
LOGGETTA VENEZIANA La cosiddetta "Loggetta
veneziana", che s'affaccia sulla piazza e metteva in diretta
comunicazione il Palazzo
Municipale (in antico del Governatore) e il grande Torrione poligonale
(costruito su disegno di Matteo Nuti nel 1466 per volontà di papa Paolo
II e a cura dell'arcivescovo Lorenzo Zane), era in origine un corridoio
scoperto con cortina merlata e munita di difese. Oggi quest'opera
fortilizia ci restituisce l'immagine di una loggetta continua, con merli
decorati di finte finestrelle, congiunti fra loro per mezzo di archetti
coronati da cuspidi, monumento prezioso in forme di stile gotico-veneto. Il torrione poligonale
del Nuti, nelle forme severe dell'architettura militare della fine del
sec. XV, era all'origine anch'esso scoperto e dotato di merlature e
difese; costituiva la "Rocchetta di Piazza", ovvero quel
complesso di antiche opere fortilizie (cortina, torrione e torrazzo) che a
tutt'oggi s'affacciano sul lato meridionale della piazza. Subì successive
trasformazioni fino alla forma attuale. Ai piedi del torrione
nel 1598 venne realizzato un abbeveratoio che, denominato poi "Fontanone",
sopravvisse fino agli inizi del sec. XX. L'attuale palazzo
municipale che oggi si presenta in una fisionomia prevalentemente
settecentesca, alla base del colle Garampo e al limite della Piazza, ha
finito con l'inglobare due più antiche strutture: il palatium vetus, palazzo
pubblico di età comunale (sec. XII-XIII) e il palatium novum o del Governatore,
le cui origini risalgono al 1359, allorché il cardinale Egidio Albornoz,
dopo la cacciata degli Ordelaffi da Cesena, volle erigere un
palazzo-fortezza, degna sede dei rappresentanti dello Stato Pontificio. Si doveva presentare
come un quadrilatero di notevole mole che, dalla piazza vecchia sul lato
di levante (oggi fra via Fattiboni e via Malatesta Novello), giungeva fino
alla piazza inferiore (oggi Piazza del Popolo).
Aveva sulla facciata
16 bifore (alcune si sono conservate ancora sul lato di via Malatesta
Novello) e due grandi arcate di un portico al piano terreno (sopravvissute
nella facciata orientale).
Nell'antica sala
magna, ora sede degli uffici del settore Edilizia, vi sono ancora
conservati lacerti di affreschi rinascimentali (al di sotto del soffitto
in travi lignee, Vittorie alate si alternano a paesaggi entro ovali).
In una stanza
all'ultimo piano si conservano un soffitto ligneo con riquadri a motivi
stilizzati policromi e travi percorse da volute vegetali, con un fregio
corrente alla sommità delle pareti, diviso da una cornice illusiva in due
fasce orizzontali sovrapposte: porzione di affreschi forse attribuibili al
cesenate Francesco Masini, in seguito ai rifacimenti di numerose sale nel
1584. Ben poco dunque è
sopravvissuto dell'antico edificio che ha conosciuto nei secoli continue
modifiche: conobbe ampliamenti e abbellimenti nei secoli XV, XVI e XVII;
servì inoltre per sede della Tesoreria della Legazione e deposito del
sale. Nel Settecento
venne ampiamente rimaneggiato e ristrutturato per il trasferimento
dei Conservatori dal vecchio palazzo della Comunità al palazzo Comunale:
il bel loggiato attuale su Piazza del Popolo risale alle ristrutturazioni
settecentesche (nel 1755 vi fu collocato l'orologio; nel 1777 fu costruito
il nuovo portico, con loggia a dieci arcate e due ordini di finestre
sovrapposti, a sostituzione di quello risalente ai rifacimenti del sec.
XVI). Ma ancora alla metà
dell'Ottocento il fronte sulla piazza era diviso da una strada che
conduceva alla sommità del colle Garampo, proprio dove nel
1859 sorgerà l'accesso al mercato coperto: il
foro annonario fu
ricavato dal completo abbattimento dell'antica tesoreria, nella zona
restrostante al palazzo comunale, su progetto di Davide Angeli (l'odierno
mercato coperto, di cui è in progetto una nuova ristrutturazione, risale
alla ricostruzione del 1961). Nel loggiato, coperto
da volte a crociera, si trovano murate lapidi celebrative con ritratti a
bassorilievo entro medaglioni dei personaggi
cebrati, opere degli scultori Tullio Golfarelli (1852-1928) e Paolo
Grilli (1857-1952). La sala per
ricevimenti al primo piano del Palazzo Comunale, a cui si accede per un
imponente scalone a due rampe, conserva a tutt'oggi inalterata la sua
magnificenza, con le pareti scandite da colonne ioniche dipinte e da
medaglioni coi ritratti dei cesenati illustri. La cosiddetta
"sala degli specchi", grazie all'originale
arredamento stile Luigi XVI, alle pareti ritmate da specchi, alla
tappezzeria e allo splendido lampadario in vetro di Murano, restituisce
ancor oggi integralmente il suo splendore. Nella sala consigliare
e in altri locali adiacenti sono conservate inoltre opere d'arte (pitture
e sculture) anche di notevole pregio.
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