PIAZZA DEL POPOLO

 


101.jpg (49964 byte)

Piazza del Popolo

 

 

 

 

 

 

 

 

PPOPOLO.JPG (204938 byte)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torrione.jpg (244478 byte)

Torrione Poligonale
e Loggetta Veneziana

 

PAL COM 01.jpg (390680 byte)

Palazzo Comunale

 

ultimo piano, 
F. Masini, particolari del fregio ad affresco

PALCOM 6.jpg (597842 byte)

PALCOM 7.jpg (590689 byte)

PALCOM 5.jpg (445381 byte)

PALCOM 8.jpg (607388 byte)

 

 

PALCOM 9.jpg (255955 byte)

Salone

PAL COM SALONE 2.jpg (340910 byte)

Sala degli Specchi

PALCOM 4.jpg (405404 byte)

Sala degli Specchi

 

 


Ai piedi del Garampo, Andrea Malatesta agli inizi del Quattrocento procedeva alla costruzione di quella spianata che poi, sistemata a piazza, venne successivamente acquisendo l'aspetto che ancor oggi in parte conserva, su cui si affacciano monumenti pregevoli quali il Palazzo Comunale, il Torrione Poligonale, la Loggetta Veneziana, e, al centro, la bella Fontana del Masini: la Piazza Maggiore o Grande (poi Vittorio Emanuele, solo di recente è "Del Popolo") già nel Cinquecento aveva dunque assunto un valore simbolico del decoro urbano.

Sul finire del XIX secolo la piazza perse il suo quarto lato, in seguito all'abbattimento dell’antico borgo Chiesa Nuova, dal cui sventramento fu ricavato l'amplissimo Viale Mazzoni il quale ora sfocia direttamente nell'attuale Piazza del Popolo.

Particolare non secondario è la pavimentazione in ciottoli fluviali che ha caratterizzato, fino agli inizi del Novecento la pavimentazione cittadina.

 

LA FONTANA

E' il monumento più popolare fra i cesenati. Ne è attribuito il progetto a Francesco Masini (1530-1603), singolare personaggio appartenente ad una delle più illustri famiglie patrizie della città, apprezzato dai contemporanei come uomo di cultura e artista (autore tra l'altro dei perduti affreschi della cupola nella Basilica del Monte, a lui commissionati nel 1568). Ma non si deve a lui solo la realizzazione di quest'opera: svolse infatti un'attività di soprastante ai lavori di costruzione di tutto l’acquedotto.

La realizzazione della fontana monumentale (detta poi "Maggiore"), eseguita dallo scalpellino Domenico da Monte Vecchio, rientrava nel complesso progetto (su disegno dell'architetto Tomaso Laureti del 1581) che doveva attuare e poi ampliare l'acquedotto cittadino, per alimentare altre fontane pubbliche:

attraverso diramazioni porterà acqua anche nella Pescheria, alla fontana detta "Dei Tre Monti" e a quella in piazza S. Agostino, quest'ultima purtroppo demolita in tempi recenti.

La rete idrica cittadina conoscerà poi ulteriori sviluppi alla fine del sec. XVII, ma soprattutto nel corso del XVIII secolo.

Comunque la tradizione pressoché unanime, che attribuisce la paternità del progetto della Fontana Maggiore al nostro Francesco Masini, e le sue attitudini artistiche sono in perfetta sintonia con l'elegante disegno della fontana, ricca di ornamenti e armoniosa nelle forme.

 

IL TORRIONE POLIGONALE E LA LOGGETTA VENEZIANA

 

La cosiddetta "Loggetta veneziana", che s'affaccia sulla piazza e metteva in diretta comunicazione  il Palazzo Municipale (in antico del Governatore) e il grande Torrione poligonale (costruito su disegno di Matteo Nuti nel 1466 per volontà di papa Paolo II e a cura dell'arcivescovo Lorenzo Zane), era in origine un corridoio scoperto con cortina merlata e munita di difese. Oggi quest'opera fortilizia ci restituisce l'immagine di una loggetta continua, con merli decorati di finte finestrelle, congiunti fra loro per mezzo di archetti coronati da cuspidi, monumento prezioso in forme di stile gotico-veneto.

Il torrione poligonale del Nuti, nelle forme severe dell'architettura militare della fine del sec. XV, era all'origine anch'esso scoperto e dotato di merlature e difese; costituiva la "Rocchetta di Piazza", ovvero quel complesso di antiche opere fortilizie (cortina, torrione e torrazzo) che a tutt'oggi s'affacciano sul lato meridionale della piazza. Subì successive trasformazioni fino alla forma attuale.

Ai piedi del torrione nel 1598 venne realizzato un abbeveratoio che, denominato poi "Fontanone", sopravvisse fino agli inizi del sec. XX.

 

IL PALAZZO COMUNALE

L'attuale palazzo municipale che oggi si presenta in una fisionomia prevalentemente settecentesca, alla base del colle Garampo e al limite della Piazza, ha finito con l'inglobare due più antiche strutture: il palatium vetus, palazzo pubblico di età comunale (sec. XII-XIII) e il palatium novum o del Governatore, le cui origini risalgono al 1359, allorché il cardinale Egidio Albornoz, dopo la cacciata degli Ordelaffi da Cesena, volle erigere un palazzo-fortezza, degna sede dei rappresentanti dello Stato Pontificio.

Si doveva presentare come un quadrilatero di notevole mole che, dalla piazza vecchia sul lato di levante (oggi fra via Fattiboni e via Malatesta Novello), giungeva fino alla piazza inferiore (oggi Piazza del Popolo).  

Aveva sulla facciata 16 bifore (alcune si sono conservate ancora sul lato di via Malatesta Novello) e due grandi arcate di un portico al piano terreno (sopravvissute nella facciata orientale).

 

Nell'antica sala magna, ora sede degli uffici del settore Edilizia, vi sono ancora conservati lacerti di affreschi rinascimentali (al di sotto del soffitto in travi lignee, Vittorie alate si alternano a paesaggi entro ovali).

 

 

In una stanza all'ultimo piano si conservano un soffitto ligneo con riquadri a motivi stilizzati policromi e travi percorse da volute vegetali, con un fregio corrente alla sommità delle pareti, diviso da una cornice illusiva in due fasce orizzontali sovrapposte: porzione di affreschi forse attribuibili al cesenate Francesco Masini, in seguito ai rifacimenti di numerose sale nel 1584.

Ben poco dunque è sopravvissuto dell'antico edificio che ha conosciuto nei secoli continue modifiche: conobbe ampliamenti e abbellimenti nei secoli XV, XVI e XVII; servì inoltre per sede della Tesoreria della Legazione e deposito del sale.

Nel Settecento  venne ampiamente rimaneggiato e ristrutturato per il trasferimento dei Conservatori dal vecchio palazzo della Comunità al palazzo Comunale: il bel loggiato attuale su Piazza del Popolo risale alle ristrutturazioni settecentesche (nel 1755 vi fu collocato l'orologio; nel 1777 fu costruito il nuovo portico, con loggia a dieci arcate e due ordini di finestre sovrapposti, a sostituzione di quello risalente ai rifacimenti del sec. XVI).

Ma ancora alla metà dell'Ottocento il fronte sulla piazza era diviso da una strada che conduceva alla sommità del colle Garampo, proprio dove nel  1859 sorgerà l'accesso al mercato coperto: il  foro annonario fu ricavato dal completo abbattimento dell'antica tesoreria, nella zona restrostante al palazzo comunale, su progetto di Davide Angeli (l'odierno mercato coperto, di cui è in progetto una nuova ristrutturazione, risale alla ricostruzione del 1961).

Nel loggiato, coperto da volte a crociera, si trovano murate lapidi celebrative con ritratti a bassorilievo entro medaglioni dei personaggi  cebrati, opere degli scultori Tullio Golfarelli (1852-1928) e Paolo Grilli (1857-1952).

La sala per ricevimenti al primo piano del Palazzo Comunale, a cui si accede per un imponente scalone a due rampe, conserva a tutt'oggi inalterata la sua magnificenza, con le pareti scandite da colonne ioniche dipinte e da medaglioni coi ritratti dei cesenati illustri.

La cosiddetta  "sala degli specchi", grazie all'originale  arredamento stile Luigi XVI, alle pareti ritmate da specchi, alla tappezzeria e allo splendido lampadario in vetro di Murano, restituisce ancor oggi integralmente il suo splendore.

Nella sala consigliare e in altri locali adiacenti sono conservate inoltre opere d'arte (pitture e sculture) anche di notevole pregio.