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La
camera di Arles di Vincent Van Gogh
La camera di Arles,
ottobre 1888, olio su tela 72x90 cm
(Amsterdam, Rijksmuseum Vincent Van Gogh)
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La cosa che salta subito agli occhi in questo che può essere
considerato uno dei capolavori di van Gogh, è il letto: è vuoto
perché qualcuno s'è alzato, ma non è in disordine. E' stato rifatto, eppure
sembra mattino presto, dalla tanta luce che riempie il dipinto. |
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Dietro al letto un cappello e altri indumenti d'uso quotidiano appoggiati a
un attaccapanni: dunque chi li usa non è ancora uscito di casa, e noi sappiamo
che questa è la stanza da letto dell'artista. |

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La finestra è semichiusa, come quando, appena alzati, si va ad aprirla per
respirare un po' d'aria fresca; anche le ante esterne sono semichiuse. Perché?
Forse se fossero state spalancate sarebbe entrata troppa luce che avrebbe dato
fastidio, essendo in linea diretta allo sguardo del pittore. |

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E' strana, perché vuota, la sedia rivolta verso il letto: sembra avere la
funzione di un comodino. Qualcosa vi è stato forse appoggiato prima di dormire e
tolto subito dopo il risveglio: un libro? Van Gogh ha dipinto un'altra sedia in
un altro quadro con una pipa sopra. Qui però non c'è, per cui la sedia ha un
che di particolare, come se qualcuno dovesse sedercisi. |

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L'artista ha rifatto il letto e messo tutto in ordine. Anche sul tavolo lo si
vede, dove le cose utili per la toilette personale sono già state usate e
risistemate: la brocca, dentro il catino, non contiene acqua. |

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Il quadro è talmente impressionista da sembrare una sequenza
filmata. Pare di vedere il pittore in azione: s'è alzato dal letto, si è lavato, avrà fatto colazione, ha
rifatto il letto, ha ripreso la pipa che aveva appoggiato sulla sedia prima
d'addormentarsi, poi, siccome non sapeva dove andare o cosa fare, si sarà
chiesto, guardandosi attorno, perché non dipingere la sua stessa stanza. |
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E questa, sotto le sue mani creative, si trasforma. Il letto non è un
semplice letto, ma è lo stesso artista con la sua presenza ingombrante, che
riempie di 1/3 l'intero quadro, è un letto che vuole apparire formalmente
composto, ordinato, ma che ha bisogno di una presenza viva che lo osservi da
seduto, sulle due sedie, che infatti stanno aspettando che qualcuno apra la
porta e le usi. E' lo stesso letto, solitario, che lo chiede. |
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Il pittore non vuole aprire la finestra per vedere chi c'è fuori della
stanza, ma chiede che qualcuno entri e si metta a sedere, per stargli vicino. I quadri appesi alle pareti non sono sufficienti allo scopo. Sono
obliqui, disarmonici rispetto alle linee perpendicolari del muro. I ritratti
dell'amico Boch e di Milliet (quest'ultimo sostituito da un ritratto di donna
nella successiva replica) sembra che stiano quasi per cadere. |
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Dirà lo stesso van Gogh nella
lettera 554
(pdf), illudendosi che la forma possa sublimare la sostanza: "qui
il colore deve fare tutto, e poiché con il suo effetto semplificante conferisce
maggiore stile alle cose, esso dovrà suggerire riposo o sonno in generale. In
una parola, guardare il quadro deve far riposare il cervello, o piuttosto
l'immaginazione [...] Questo come una
sorta di vendetta per il riposo forzato al quale sono stato obbligato". |
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Esiste un'evidente prospettiva, che però non rispetta una vera e propria
geometria: il letto infatti è troppo grande rispetto al resto; anzi, sembra
essere visto di fronte, come la sedia in fondo, mentre la sedia e il tavolino
sembrano visti dall'alto. La prospettiva è stravolta da esigenze soggettive.
"La prospettiva sembra estrema, ma verso la fine della sua carriera Van Gogh
non era solo in rivolta contro i colori opachi degli artisti olandesi
dell'epoca; egli si stava anche sbarazzando delle regole della prospettiva,
che imponevano un approccio preciso e realistico all'opera da un punto di
vista prospettico. Van Gogh respinse spesso le leggi della prospettiva
convenzionale nell'ultima parte della sua carriera, in modo particolare in
molti dei suoi dipinti di Arles"(cfr
www.vggallery.com)
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Il dipinto è attraversato da tre linee fondamentali che s'intersecano nel
punto della sedia più vicina al letto. In quel punto sta il significato del
quadro, cioè il desiderio di un incontro. Il punto principale non è solo quello di fuga ma anche quello di vista, cioè
pur sembrando arretrato sullo sfondo, in realtà emerge in primo piano e
coinvolge direttamente lo spettatore, che però non può che ammirare un'assenza,
un campo vuoto, uno spazio d'attesa, un evento che non c'è.
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Lo spettatore alla fine ha l'impressione che debba essere lui stesso a
mettersi a sedere su una delle due sedie, perché nel quadro è evidente lo sforzo
di farsi accettare, che resta però "forzoso", a causa dell'eccessiva preminenza
del letto, fisica e prospettica.
Van Gogh considerava questo dipinto uno dei suoi più riusciti, tant'è che ne
fece
altre due versioni su tela, mentre si trovava volontariamente confinato nel
manicomio di Saint-Rémy. "Mi sembra -disse in proposito- che l'abilità tecnica
sia più semplice ed energica. Niente più puntini, niente più tratteggi, niente,
solo colori uniformi in armonia".
E' incredibile che un capolavoro del genere sia stato fatto con una tavolozza
che aveva solo nove colori, qui sapientemente mescolati in tre coppie
fondamentali: rosso e verde, giallo e viola, blu e arancio.
Ad Arles van Gogh aveva scoperto la luce, la potenza del sole, l'importanza
del giallo e questo
quadro pare voglia esprimere il desiderio di comunicarlo a qualcuno. Anche dalla
lettera al fratello (pdf) si comprende bene
con quanto entusiasmo avesse preso ad abitare in questa stanzetta. E quel
"qualcuno", il 22 ottobre dello stesso anno, sarà
Paul Gauguin (pdf), il cui rapporto avrà un
tragico epilogo due mesi dopo. |

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"Alcuni hanno argomentato che il dipinto originale della camera da letto di
Vincent incapsula tutti i sogni e le aspirazioni dei suoi primi mesi ad Arles.
Van Gogh aveva sperato di fondare una colonia di artisti nel Sud della Francia
-una comunità in cooperativa nella quale i pittori avrebbero potuto imparare
ciascuno dall'altro e sostenere i loro obiettivi comuni. Affittando la Casa
Gialla, Vincent fece il primo passo verso la realizzazione di questo obiettivo.
Il dipinto della camera da letto suggerisce l'idea della domesticità e un senso
di benessere dentro la propria casa. Quando dipinse le due copie a Saint-Rémy,
forse Van Gogh stava riflettendo su tutto quanto aveva perso ad Arles e su ciò
di cui era stato privato tra le mura del manicomio: una casa e uno scopo nella
vita"(cfr www.vggallery.com). Sulla Camera da letto di Vincent, scrisse van Gogh a Gauguin:
"Ho fatto, sempre per uso mio, un quadro largo 30 della mia camera da letto,
con i mobili di legno che conoscete. Ebbene, mi ha enormemente divertito fare
questo interno senza nulla, con una semplicità alla Seurat. A tinte piatte ma
stese grossolanamente, a pieno impasto, i muri di un lilla pallido, il pavimento
di un rosso spezzato e stinto, le sedie e il letto giallo cromo, i cuscini e il
lenzuolo di un verde limone molto pallido, la coperta rosso sangue, la toeletta
arancione, il catino blu, la finestra verde. Avrei voluto esprimere un assoluto
riposo con tutti questi toni così diversi, lo vedete, e in cui di bianco non c'è
che la piccola nota data dallo specchio con la cornice nera ...".
E al fratello Théo:
"Il colore qui deve creare la cosa e, dando, con la sua semplificazione, un più
alto stile alle cose, suggerire il riposo o il sonno in generale.
Insomma, la vista del quadro deve riposare la testa o piuttosto l'immaginazione.
( ... ) vedi come è semplice la concezione. Ombre e ombre proiettate sono
soppresse, è colorato a tinte piatte e decise come le stoffe dipinte".
Il breve soggiorno ad Arles, segnato da tanti avvenimenti sconvolgenti, è il
periodo più fecondo dell'attività pittorica di van Gogh, quello in cui la sua
opera raggiunge l'apice della perfezione.
Fonte:
www.vggallery.com/international/italian/
Per fare un viaggio tridimensionale nel Van Gogh museum di Amsterdam scarica
questo applicativo (8Mb-exe).
Il campo di grano con corvi
Recensione di Nacher Malvaioli
Testi
- Guerri Giordano B.,
Follia? Vita di Vincent Van Gogh, 2009, Bompiani
- Patanè Alfio,
Arte e patologia in Vincent Van Gogh, 2008, Aracne
- Recalcati Massimo,
Melanconia e creazione in Vincent Van Gogh, 2009, Bollati Boringhieri
- Metzger Rainer; Walther Ingo F.,
Van Gogh, 2008, Taschen
- Rapelli Paola; Pallavisini Alfredo,
Van Gogh, 2008, Mondadori Electa
- Sirigatti Cristina,
Van Gogh, 2008, Idea Libri
- Van Gogh,
2007, Mondadori Electa
- Thomson Belinda,
Van Gogh. I capolavori, 2007, 5 Continents Editions
- Crispino Enrica,
Van Gogh. Il colore dell'anima, 2007, Giunti Editore
- D'Urso Carlo,
Vincent Willen van Gogh. Gli ultimi anni 1875-1890. Il sangue e il grano,
2008, Bardi
- La
casa gialla. Van Gogh, Gauguin: nove settimane turbolente ad Arles,
2007, Excelsior 1881
-
Van Gogh. Disegni e dipinti. Capolavori dal Kröller-Müller Museum. Catalogo
della mostra (Brescia, 18 ottobre 2008-25 gennaio 2009), 2008, Silvana
- Heugten Sjraar van; Pissarro Joachim; Stolwijk Chris,
Vincent Van Gogh. I colori della notte. Catalogo della mostra (New
York-Amsterdam), 2008, Silvana
- Saltzaman Cynthia,
Ritratto del dottor Gachet. Storia e avventure del capolavoro di Van Gogh,
2009, Einaudi
- Filippetti Roberto,
Van Gogh. Un grande fuoco nel cuore, 2009, Itaca (Castel Bolognese)
- Van Gogh Bonger Johanna,
Vincent Van Gogh, 2007, Abscondita
- Walther Ingo F.; Metzger Rainer,
Van Gogh. Tutti i dipinti, 2006, Taschen
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